domenica 28 febbraio 2010
LASAGNE AL RADICCHIO TREVIGIANO
venerdì 26 febbraio 2010
FIABA ..... LA STREGA
mercoledì 24 febbraio 2010
IL SOLE NELLA PIOGGIA
lunedì 22 febbraio 2010
SI VOLA VIA DA SANREMO :)
domenica 21 febbraio 2010
venerdì 19 febbraio 2010
CUORE IN MUSICA
martedì 16 febbraio 2010
COLORI IN ALLEGRIA....
sale fino da cucina...
gessetti colorati...
un piattino...
una bottiglietta trasparente.....
domenica 14 febbraio 2010
SAN VALENTINO 2010 MIX...:)))
giovedì 11 febbraio 2010
CUORI DI MARMELLATA :)
domenica 7 febbraio 2010
CON UN FIORE...
Con un fiore in mano
La panchina solitaria osserva in attesa
di noi.
Nelle freddi notti
note d’amore
dalle finestre chiuse
raggi di sole
riscaldano
con le parole del mattino.
Nomi restano perenni
simbolo d’amore
su quel legno che ha osservato
Istanti di felicità
come carezze del vento.
Essenzialità di tempi passati
innamorati che d’amore
si sono inebriati.
Non di gemme preziose
hanno dipinto i cuori.
Con un fiore in mano
hanno racchiuso il mondo
per regalo.
(da Amore – I grandi temi della poesia A.A. V.V.
Giulio Perrone Editore – Roma 2008)
Eccomi qui... per S.Valentino la Poetessa Maristella Angeli...mi ha deliziato con un altra meraviglia...inoltre vi lascio l'indirizzo del suo blog...
http://www.technologeek.com/blogs/index.php?blog=98&m=201002
per la ricetta del dolcetto di mele vedi...
http://dinostramano.blogspot.com/2009/11/torta-soffice-di-mele.html
giovedì 4 febbraio 2010
UNA TEMPESTA di EMOZIONI
La tempesta è un dipinto del pittore veneto Giorgione, eseguita tra il 1507 e il 1508.
È stato definito il primo paesaggio della storia dell'arte occidentale, anche se il significato della scena non è chiaro. In primo piano, una donna seminuda allatta un bambino sulla destra, mentre un uomo in piedi li guarda, appoggiato ad un'asta sulla sinistra; fra le due figure sono rappresentate alcune rovine. Sullo sfondo invece c'è un paese che sta per essere investito da un temporale. I personaggi sono assorti, non c'è dialogo fra loro, sono divisi da un ruscelletto e lontani dalla città (su cui si scatena la furia divina). L'illusione di una prospettiva infinita e il mirabile effetto atmosferico attestano a questa epoca un'influenza leonardesca - verosimilmente mutuata dalle opere dei seguaci del pittore vinciano - nella pittura di Giorgione.
L'unica fonte relativa a questo dipinto è Marcantonio Michiel, veneziano appassionato di arte e contemporaneo dell'artista, che lascia un veloce appunto: "el paesetto in tela cum la tempesta, cum la cingana et soldato ... de man de Zorzi de Castefranco", ovvero "il paesaggio con il temporale, con la zingara e soldato...di mano di Giorgione di Castelfranco". L'intenzione di Michiel era di scrivere un trattato, "Vite de' pittori e scultori moderni", ma venne preceduto dal Vasari [1]: l'appunto non venne sviluppato, lasciandoci senza un'interpretazione univoca del soggetto. Unica certezza è il primo proprietario, il ricco veneziano Gabriele Vendramin, che possedeva il quadro nel 1530, come si deduce dagli appunti del Michiel.
Numerose sono le ipotesi sul significato dell'opera: da episodi biblici, come il ritrovamento di Mosè, a mitologici, Giove ed Io, ad allegorici, Fortuna, Fortezza e Carità.[2]
Le possibili interpretazioni sono molte (basate sulla lettura di episodi biblici, dottrine filosofiche...), ma nessuna di queste al momento sembra abbastanza soddisfacente. Ad esempio le interpretazioni basate sulla dualità (uomo - donna, città - ambiente naturale) hanno perso consistenza da quando è stato appurato radiograficamente che al posto dell'uomo era raffigurata una donna nuda.
Ecco ad esempio quattro letture differenti date da quattro studiosi del XX secolo su quest'opera:
- Edgard Wind sostenne che la Tempesta sia un grande collage dove la figura maschile rappresenterebbe un soldato, simbolo di forza, mentre la figura femminile andrebbe letta come la carità, dato che, nella tradizione romana, la carità era rappresentata da una donna che allatta. Forza e carità che devono convivere con i rovesci della natura (il fulmine);
- Gustav Friedrich Hartlaub ipotizzò invece che l'opera potesse avere significati alchemici (trasformazione del vile metallo in oro) per la presenza dei quattro elementi: terra, fuoco, acqua e aria;
- Maurizio Calvesi pensò ad un'unione tra cielo e terra di un scrittore neoplatonico;
- mentre Salvatore Settis ritiene che le figure si possano interpretare come Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso
- da Wikipedia